Caso pandoro gate: Chiara Ferragni evita il confronto diretto con i pm e sceglie di difendersi con una memoria scritta.
La celebre influencer Chiara Ferragni ha deciso di non presentarsi di persona per rispondere alle accuse di truffa aggravata nell’ambito del caso soprannominato “pandoro gate”.
Al centro delle indagini vi sono le operazioni commerciali per il pandoro “Pink Christmas“ e le uova di Pasqua “Dolci Preziosi”, che hanno visto il coinvolgimento di diversi attori del settore.
L’imprenditrice digitale, insieme al suo team legale, ha optato per una memoria difensiva scritta, che sarà depositata nelle prossime settimane presso la Procura di Milano.
La strategia di Chiara Ferragni sul caso pandoro gate
La difesa dell’influencer, come riportato da Open, ha escluso categoricamente la possibilità di un confronto diretto tra Chiara Ferragni e i magistrati, preferendo il deposito della memoria scritta.
In un recente comunicato, gli avvocati hanno dichiarato che la vicenda: “Non ha alcuna rilevanza penale e i profili controversi sono già stati affrontati e risolti” con l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm).
I legali dell’influncer hanno incontrato il pubblico ministero aggiunto titolare del caso insieme al pm per richiedere una proroga nella presentazione della memoria difensiva.
Tale documento avrebbe dovuto essere consegnato entro venti giorni dalla chiusura delle indagini, ma i difensori hanno ottenuto più tempo per perfezionare la loro strategia.
La decisione finale entro dicembre
Oltre a Chiara Ferragni, l’inchiesta riguarda anche Fabio Salvatore Maria Damato, ex manager dell’influencer.
Nonché Alessandra Balocco, rappresentante legale della Balocco spa, e Francesco Cannillo, presidente del consiglio di amministrazione di Cerealitalia-ID spa.
L’inchiesta nasce da presunte irregolarità legate alla promozione e alla commercializzazione dei prodotti dolciari di Balocco e Cerealitalia. Con particolare riferimento a possibili pratiche commerciali scorrette.
Tuttavia, la difesa ritiene che le questioni sollevate siano già state affrontate in sede amministrativa, sostenendo che non vi siano elementi per una procedura penale. La decisione della Procura sulla possibile archiviazione o rinvio a giudizio è attesa entro la fine dell’anno.